La Dieta Chetogenica è sicuramente una delle diete più famose e gettonate tra chi cerca disperatamente di perdere peso in maniera rapida.
Ma quanto è realmente adatta alla perdita di peso?
La letteratura scientifica che ha studiato i diversi metodi chetogenici parla molto chiaro: sono dei veri e propri protocolli che come tali dovrebbero essere utilizzati sotto osservazione medica ed in condizione patologiche ben precise.
Decisamente diverso dall’uso che diversi influencer, app o riviste pubblicizzano, come fosse la panacea per perdere peso in poco tempo.
I diversi protocolli
Guardiamo questi protocolli nello specifico, perché sì, di Dieta Chetogenica non ne esiste una sola:
- LCD: low calorie with low carbohydrate, ossia basso apporto calorico (1.000-1.200 kcal/die) e basso apporto di carboidrati (20-120 gr/die). Questo protocollo dovrebbe essere utilizzato in caso di obesità e diabete di tipo 2.
- LCKD: low calorie with low carbohydrate ketogenic diet, ossia basso apporto calorico (800-1.200 kcal/die) con severa riduzione dei carboidrati (30-50gr) e mantenimento di alti apporti di grassi e proteine. Questo comporta la creazione di una vera e propria chetosi, ossia la produzione di gruppi chetonici a partire da grassi e proteine, utilizzati come fonte energetica al posto dei carboidrati. Anche in tal caso, il protocollo è da utilizzarsi per diabete di tipo 2 e obesità.
- VLCKD: very low calorie with low carbohydrate ketogenic diet, ma in tal caso con un apporto calorico ancora più basso, <800 kcal/die a fronte di un apporto proteico pari a 1,2-1,5 gr pro kg di peso corporeo. Il protocollo va adottato nelle obesità severe.
- EKD: normo o hyperproteic hypoglucidic diet, un’altra forma di chetogenica da utilizzare nelle epilessie resistenti ai farmaci e in condizioni di malattie neurodegenerative (es. Alzheimer).
Digiuno intermittente
Esistono un’altra categoria di diete, simili alla Dieta Chetogenica, che si caratterizzano però per il “timing” cioè il momento di consumo dei pasti invece che riguardare la composizione in macronutrienti degli stessi. Si tratta di:
- PSMF: protein sparing modified fast, ossia un digiuno modificato per il risparmio delle proteine, dove queste ultime restano alte al 1,2-1,5 gr pro kg di peso corporeo, ma vengono ridotti drasticamente gli altri nutrienti fino a 400 kcal complessive per una giornata. Nemmeno a dirlo: oltre che ad essere insostenibile, questo protocollo deve essere limitato nel tempo ed interessa solo le obesità gravi.
- Intermittent fasting: si tratta di vera e propria astensione al cibo per periodi di tempo. I protocolli possono essere da 1:1, ossia giornate di digiuno alternate a giornate di normale alimentazione, oppure da intervalli di digiuno nella stessa giornata come il 16:8, dove ci si può alimentare per 8 h al giorno e si deve digiunare per le restanti 16 h.
- Fasting mimicking diet: si tratta di brevi periodi di tempo, variabili da 2-5 giorni fino ad una settimana, fatti in maniera ciclica e non costante, con apporti calorici variabili da 300 a 1.100 kcal/die. Sono gestiti sotto forma di “kit” venduti da aziende farmaceutiche e alimentari con prodotti pronti come zuppe, brodi, etc.
Sulle ultime due, apro una parentesi: la Dieta del Digiuno, ha comprovati effetti benefici a livello di modifiche metaboliche e ricambio cellulare che non riguardano in maniera prioritaria il dimagrimento, ma si rivolgono a chi ha un tumore e sta realizzando una terapia specifica per curarlo.
Siamo quindi ben lontani dall’idea di digiuno e chetosi come mezzo per perdere kg in eccesso, come molto spesso ci vogliono far credere le stesse aziende che le producono.
Conseguenze delle Diete Chetogeniche
Ritengo di fondamentale importanza focalizzarsi sull’obiettivo: queste Diete Chetogeniche, veri e propri protocolli medici, non possono in alcun modo essere intraprese alla leggera, senza sostegno medico, e sottovalutati come meri mezzi per dimagrire.
Le conseguenze che comportano sono tutto tranne che soddisfacenti:
- Modifiche nel tono dell’umore, con rischio di stati depressivi e problemi legati all’alimentazione (Disturbi del Comportamento Alimentare);
- Modifiche nella composizione corporea, con perdita di peso da liquidi e massa magra (muscolo) al posto della perdita di massa grassa tanto sperata;
- Carenze vitaminiche e minerali, impoverimento del tessuto osseo, rischio di malnutrizione anche severa;
- Indebolimento del metabolismo basale, a causa della perdita di massa magra (muscolo);
- Rischio di patologie come malattie cardiovascolari, tumori, gotta, problemi renali ed effetti negativi sulla sindrome metabolica, soprattutto nei protocolli altamente proteici e ricchi di grassi, nonostante il dimagrimento.
Ah e se non ti avessero sufficientemente convinta/o queste conseguenze, sappi che protocolli chetogenici seguiti per moda e in base alle diete popolari come la Atkins, hanno portato percentuali di ripresa del peso molto alte, il più delle volte con riacquisizione maggiore del peso di partenza.
Fatti sempre seguire da un esperto del settore ed evita sempre il fai da te!
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Bibliografia: